La felicità chiaramente va sul lungo termine.
Sul breve possono succedere varie cose, imprevisti e probabilità che possono rendere un momento particolare più o meno felice.
È abbastanza chiaro che se l’integrale della felicità sul lungo periodo è minore di zero c’è qualcosa che non va.
Fin qui, tutto facile.
Evitando di mettere vincoli lagrangiani a questo modello – rendendo tutto troppo complicato per chiunque, anche se mi piacerebbe provare un po’ – le applicazioni di questa cosa possono sfuggire nella vita quotidiana.
Vedere la felicità sul lungo termine è… Difficile.
Anzi, come dire. È tendenzialmente paradossale. Dal momento che non si sa cosa succede nel futuro, è tendenzialmente meglio cercare di stare bene adesso. Non sto parlando di farsi le pippate di coca o _illusioni_ di contentezza, quanto cose reali da persone vere e mature.
L’esempio preclaro sta nei rapporti umani.
I rapporti umani sono qualcosa di cambiare pesantemente la propria situazione.
I soli “amici”, le persone a cui non dai tanto peso, sono in grado di essere, con solo la loro presenza, “o grande” della propria funzione felicità, una parte in fondo considerevole della propria vita. Un amico del tubo in più o in meno non fa nulla, ma avere gente con cui uscire senza grosse pretese può essere qualcosa di desiderabile. Sul breve non influiscono per nulla la media, mentre sul lungo la mancanza o la presenza si sente.
Un rapporto umano marcio è facile da gestire: tendenzialmente la decisione che si avrebbe sul breve (un bel “vaffanculo”) coincide con quella sul lungo termine.
Una persona invece “a metà” fa capire come un occhio al futuro può cambiare molto il modo di vedere le cose. Leggi incertezza e puoi interpretarla in varie maniere. Uno scazzo può farti volere interrompere la cosa, considerando la cosa marcia. La felicità si abbassa, il tempo viene considerato perso. Fine dei giochi.
La media si abbassa in fretta perché la persona è presente nella propria vita. Sei più infelice, e la cosa ti può bastare. Sul lungo è possibilissimo che però sia il contrario e l’integrale si sollevi a livelli superiori alla situazione iniziale.
Scritta matematicamente, detta a parole è la cosa più naturale del mondo. Sembra una grossissima cazzata.
Farlo è il contrario.
Ma l’integrale è in dtempo? Pare di sì! Io non riesco a vedere la felicità complessiva…quando si dice che le cose vanno “alti e bassi” è un modo di esprimere un’incertezza riguardo a questa area di felicità… potremmo dire che per la legge dello ying e dello yang l’integrale da meno a più infinito vale zero? :P