Io ho un braccialetto al polso.
Un braccialetto azzurro. Un braccialetto del Telefono Azzurro.
Quando qualcuno mi chiede che cos’è dico sempre, a chiunque, che è il braccialetto contro i bambini. Come c’è il braccialetto contro l’aids, quello contro il cancro, quello contro il razzismo… Questo è contro i bambini.
L’ho al polso dal 2005. Inizio 2006 si è rotto e quello nuovo non l’ho tolto dal secondo in cui l’ho messo.
Erano 3 anni che è sempre stato al mio polso, 365 giorni all’anno, 24h al giorno. Sempre. Mai tolto.
Ed oggi, la persona che fino a un’ora prima si giostrava il mio braccialetto tra le mani mi ha chiesto quand’è che sarei stato pronto a togliermelo.
Ancora oggi in effetti mi chiedo perché tengo questo braccialetto al polso ogni giorno. I perché li so, ma IL perché non lo so.
Sono davvero scemo, in effetti. 3 anni con questo pezzo di silicone al polso. Braccialetto che normalmente si spezzerebbe in pochi mesi.
Una domanda come quella però non è facile e non è normale che ti venga posta. Quindi come è naturale per tutte le cose difficili ed inaspettate, mette un po’ in crisi. In effetti era studiata per ottenere quest’effetto.
Fai una cosa per 3 anni e poi ti dicono “perché non la pianti?”
Giusto no?
Chiaramente la risposta è dentro di te perché la cosa è cominciata con un senso. Bisogna vedere se questo senso vale ancora, ma quella è la parte facile.
È difficile non panicare.