Flash

Sono abituato a guardare in cielo quando ci sono i fulmini.

Attratto da loro magicamente alla stessa misura dei fuochi d’artificio (anche se per motivi completamente differenti), non ho mai avuto voglia di scollare i miei occhi o la mia macchina fotografica dal cielo quando c’è uno spettacolo maestoso come una tempesta di fulmini.

Adoro seguirli e attendere le scariche come si può aspettare di vedere una stella cadente in cielo sdraiati nell’erba in una sera d’Agosto. Con la stessa trepidazione.

Credo di non essermi mai curato del… Resto. Fino ad oggi, intendo.

In questo momento c’è una piccola tempesta sulla mia testa. Piccola, poca pioggia, poco vento, ma tanti tuoni e lampi.

Lampi. 

Vado fuori in balcone per vedere un po’ di fulmini. Dove c’è lampo… C’è fulmine, si spera.

Minuti a guardare senza nessun fulmine. Intanto continuano ad esserci centinaia di flash, di lampi di fulmini fuori dalla mia vista, tra le nuvole.

Abbasso lo sguardo. Wow.

Lo spettacolo è difficile da cogliere. Sì, perché il fulmine lo si vede bene, è una luce, un percorso in mezzo al nero, rimane impresso nella retina a fuoco anche per un secondo o due.

Il lampo non fa nulla di tutto ciò. Il lampo illumina. Illumina ciò che già vedi. Lo spettacolo sta nel cogliere questa luce, nel vedere l’attimo di illuminazione e trovare l’irrealtà che la scena offre.

La luce dei lampi è molto inquietante. Illumina ciò che ci sta attorno di surrealtà, di angoscia. Ma è così breve che se non ci si bada non la si coglie nella sua pienezza.

Ho visto degli edifici che vedo ogni giorno con occhio molto diverso. Ci sono degli appartamenti, blocchi di appartamenti in fondo ai campi davanti a casa mia che d’un tratto, per pochi millisecondi, sembravano far parte di una città fantasma. 

Solo pochi centesimi di secondo per poter apprezzare tutto ciò. Pochi centesimi.

La cinica lotteria del botteghino

Scopro ora una notizia molto interessante, di quelle che ti fa pensare molto.

L’ultimo James Bond, Casino Royale, ha fatto $44 milioni nel primo weekend di uscita.

Il film è molto bello ed è stato apprezzato, anche se non come il precedente.

È stato però battuto, nel suo stesso periodo, per incassi da un altro film. Io rido, perché la cinica lotteria del botteghino oltre ad essere cinica è anche sadica. E ironica nel suo sadismo.

Il film che ha battuto Casino Royale è stato Happy Feet. Sì, il film dei pinguini che ballano. Ha battuto James Bond.

Ora, il trucco probabilmente sta anche nel fatto che Happy Feet dura la metà di Casino Royale, rendendo possibile il doppio di proiezioni in una giornata.

Tutto ciò però non toglie che ai fini della storia “Happy Feet ha battuto James Bond”.

Rido.

Il rito civile

Strambo l’anno 2008.

Un pomeriggio come gli altri, ti incontri alla metro con gente che hai visto massimo 4 volte in tutta la tua vita dal vivo (ma che conosci comunque abbastanza) per andare felicemente al matrimonio di una persona che non hai MAI visto in vita tua. Se non in qualche stramba foto. Con scarpe in testa.

Ecco, che dire, il mondo sarà cambiato. Ma è molto particolare tutto ciò. 

Tutto è naturale, tutti si parlano come se si conoscessero da tempo, tutti non si fanno problemi, tutti sono amici.

Un matrimonio.

Ripeto, andare al matrimonio di una persona che non hai mai incontrato.

Lo trovo fantasmagorico. Soprattutto l’addendum “e non sentirsi per nulla a disagio!

(e ancora più soprattutto l’addendum “farsi presentare una ragazza da una persona che non hai mai incontrato” )

Ah spe il titolo.

Il titolo non è random. Volevo dire che il rito civile… Non è sto granché ):

Sterminio di massa

Oggi ho potuto constatare come alcuni particolari posti di Milano siano così assediati dai piccioni che sono stati resi invivibili. Piazza fontana è una unica grande cagata di piccione.

Due grosse domande mi vengono alla mente.

1) Perché il comune non prende decisioni drastiche contro questo problema?

ma soprattutto

2) La gente è folle, la gente tende a farsi giustizia da sola, la gente fa come gli pare. Possibile che nessun pazzo sia già andato in giro a dare cibo avvelenato ai piccioni e far sterminio di massa?

Vista la voglia che viene a ME, perfettamente sano di mente, di farlo, mi chiedo come sia possibile che nessun folle l’abbia già fatto di conto suo.

La demenza

Non voglio essere cattivo, davvero. Però c’è qualcosa che non va secondo me nella gente. O almeno, in certa gente.

Ora, capisco che c’è stata grandine e temporali negli ultimi tempi a Milano e in altre città. Capisco che i temporali abbiano fatto molti danni.

Capisco che oggi ha piovuto un tot, no? Insomma in alcune parti ha anche grandinato.

Però diciamo che fermarsi in mezzo alla strada sotto al cavalcavia della tangenziale pur di mettere al riparo l’auto è una coglionata. Specie se lo si fa in 20. Cretini.

Ogni tanto mi chiedo quali siano i meccanismi che mettono in azione certi comportamenti da isteria di massa, tutto qui.

Le coincidenze che mi piacciono

Sera, o meglio notte. Stacco prima del solito (e 1) perché domani sveglia presto, decido di farmi un bicchiere di qualcosa in terrazzo perché è da un po’ che non lo faccio (e 2), noto che è nuvoloso… Mentre apro il frigo mi giro per riguardare un po’ le nuvole, così a caso (e 3), guardo una parte particolare del cielo, una senza nuvole (e 4) e proprio in quella zona del cielo (e 5), una gigantesca stella cadente decide di passare, frantumarsi e scomparire (e 6). 

Guardo il cielo, mi rendo conto della totale improbabilità di ciò che è appena successo (mi sarebbe bastato staccare undici secondi dopo, non girarmi mentre aprivo il frigo o girarmi pochi secondi dopo, guardare da un’altra parte o semplicemente decidere di non bere nulla questa sera), sorrido…

Ed esprimo il mio desiderio, perché cazzo, me lo sono meritato stavolta.

Il brutto dell’estate?

Io non soffro il freddo, soffro il caldo. Mi da molto fastidio il freddo, non me ne dà per nulla il caldo.

Il brutto dell’estate per me è che faccio un intero inverno magari in maniche corte a dicembre (palle di neve in vestiti di cotone leggeri? Puccio in acqua gelida in esterno? WE HAS DEM!), a fare le peggio cazzate, ad uscire di casa con i capelli completamente fradici in pieno gennaio… E nulla, manco un’influenza.

Arriva l’estate e alla terza aria condizionata a palla sono con mal di gola, afte in bocca, starnutisco in continuazione e ho il naso tappato.

La cosa mi fa stizzire assai, ma non per il malanno, quanto per il concetto che sta dietro ad esso.

Il mio corpo regge perfettamente le intemperie ma appena arriva l’uomo a metterci lo zampino vengo azzerato. Mannaggia.

Futuro

In un post sull’evoluzione di quasi due anni fa, avevo concluso il discorso con una domanda.

Quale sarà l’evoluzione dell’evoluzione?

Bene, in questi anni non ho mai smesso di pensare a quest’argomento. L’ultima volta che ho parlato di quest’argomento ho tirato fuori uno spunto di riflessione molto importante: la selezione naturale (ossia il processo con cui, attraverso la morte degli individui meno adatti, si ha un progressivo aumento della frequenza (cumulativo) degli individui con le caratteristiche ottimali per un dato ambiente) con l’arrivo dell’uomo è andato completamente a quel paese.

Già, non sono scemo a dare la definizione di una cosa abbastanza “nota” come la selezione naturale, ma lo faccio per poter sottolineare di nuovo la parte che è andata persa con l’arrivo dell’uomo: la morte dell’individuo meno adatto.

L’individuo meno adatto non muore, anzi, si riproduce come tutti gli altri.

Leggasi: l’evoluzione mediante selezione naturale è andata totalmente persa.

Di qui la domanda, come si evolverà l’evoluzione?

Bene, due anni dopo, credo di avere capito dove stiamo andando. 
Come prima cosa, è giusto osservare come la nostra società sta assolutamente andando in maniera completamente naturale verso il primo sviluppo dell’evoluzione, ossia la progressiva abolizione della morte.
La morte serve, ovviamente da un punto di vista prettamente evolutivo – sto volutamente ignorando tutte le implicazioni morali della vicenda,  a spazzare il vecchio per fare spazio al nuovo.

La morte per vecchiaia (ovviamente non parlo di morte violenta in questo caso), infatti, è il processo con cui una linea genetica eviti di riprodursi troppo, rischiando dunque di limitare fortemente le variazioni genetiche in uno stesso pool. Non è da confondersi con un sistema di prevenzione verso il sovraffollamento, in quanto sotto quel punto di vista funziona MALISSIMO (funziona molto meglio la fame per questo scopo).

La morte per vecchiaia è uno strumento molto utile per l’evoluzione, ma una volta che viene tolta la morte violenta diventa completamente inutile. Totalmente inutile, e la società umana ne vuole sempre di più fare a meno.

Ripeto, non ho intenzione di trattare le implicazioni morali di ciò. Anche perché se c’è una cosa che la scienza sa fare è andare contro la morale, lo faceva quando la pena era la morte, lo farà ben di più ora che si tratta solo di aggirare sistemi di leggi estremamente lacunosi. Trovo quindi che sia giusto discutere della morale, ma avendo la consapevolezza in testa che tutto succederà a prescindere da essa.

La morte verrà debellata. È scritto. Arriviamo sempre più facilmente a cent’anni di vita senza alcun ausilio tecnologico particolare (solo cure mediche “tradizionali”). Gli ostacoli da superare sono sempre di meno e sempre più fattibili. Arriverà il giorno in cui malattie, cancro, morbi e lo stesso invecchiamento saranno problemi del passato. Non arriverà di certo domani questo giorno, e non credo arriverà facilmente nemmeno nel prossimo mezzo secolo. E non mi stupirei se ci mettessimo ancora un secolo. O più.

Ma uno dopo l’altro i meccanismi che l’evoluzione ha usato fin’ora per porre fine alla vita salteranno, e la morte non esisterà più.

A questo punto, l’unico modo per evolverci sarà fare affidamento su noi stessi. Il futuro, per quanto incerto sia, ha delle stelle polari che possono guidare le nostre previsioni. Una di queste è il progresso tecnologico.

È molto probabile che negli anni che verranno i computer arriveranno ad avere una potenza ben superiore a quella del nostro cervello (che è abbastanza quantificabile, per altro). Ci saranno i presupposti quindi che noi stessi faremo affidamento a tali macchine per migliorare le nostre capacità intellettive, comunicare con il nostro cervello non è per nulla impossibile. Avremo evoluto noi stessi. Avremo fatto procedere l’evoluzione alla nostra maniera.

Bene.

Ora, il concetto finale è sempre il solito. È un discorso che mi sta molto a cuore, quello della Singolarità Tecnologica. 

Una volta terminati i processi evolutivi tradizionali, avremo quindi raggiunto una sorta di limbo evolutivo in cui siamo noi fautori del nostro futuro. Ci possiamo migliorare, e tanto, con le nostre mani.
Possiamo espandere le nostre capacità e abilità all’infinito.

Finché le nostre stesse creazioni saranno più brave di noi. Classico finale alla Matrix: le macchine sono più intelligenti e più forti di noi. Un pochino meno violento come finale, però.
La conclusione, già prevista abbondantemente da menti infinitamente più geniali della mia, è che tali macchine finiscano per sostituirci. Ok.

Bene, quindi cominceranno ad essere sempre di più. Comincerà ad essere sempre più alta la popolazione di macchine in confronto agli ormai obsoleti umani, che per quanto immortali…

Aspetta…

“Il processo con cui, attraverso la morte degli individui meno adatti, si ha un progressivo aumento della frequenza (cumulativo) degli individui con le caratteristiche ottimali per un dato ambiente.”

Wow.

Il futuro è una riga sulla parola morte?

Meno della metà?

156 persone hanno fatto il test. Dovevano identificare 4 persone schedate partendo da 7 impronte.
Significa che hanno fatto in tutto 1092 analisi e assegnazione di impronte, di queste ci sono stati QUARANTOTTO errori. 
È una percentuale molto più bassa di 56% di errore (…solo il 44% dei partecipanti ha identificato tutte e 7 le impronte correttamente, NdA). È il 5% di errore. Alto ma non impossibile. Il fatto è che non dicono quanti ne hanno beccate 6 su 7, che è ancora un risultato ottimo.

Questo è il problema dei sistemi di importanza critica.
Mi raccontava mio padre di un sistema esperto che in ambito medico, dati i sintomi dava diagnosi quasi perfette. Robe al livello che se gli davi robe assurde tipo “il paziente piscia verde”, questo ti dice “sangue nelle urine associato a daltonismo”. Bravissimo. Tipo, al 97%. Il problema è, quel 3% di errore…

… come gestirlo?