Dove tutto cominciò,

Questo blog è nato in un momento strano, in un posto strano.

Mio padre era passato a miglior vita da un paio di giorni – già questo basta per rendersi conto di che momento particolarmente strambo stessi passando – e il mio computer principale era, caso vuole, morto pure lui, a causa di un blocco di RAM difettato.

Con il computer fuori uso ero in una pessima situazione in cui chattavo\navigavo\facevo tutto da un orrido portatilino di qualità veramente infima, con il risultato di peggiorare enormemente la mia già intricata situazione. Il portatile era situato nel salotto di casa mia, su un tavolo.

E io da lì ho cominciato il blog. Primo marzo. 

Ironicamente, proprio in questo periodo, 3 anni dopo, il mio computer è stato temporaneamente spostato proprio dove era in quei giorni, causa rifacimento parquet. Sono di nuovo qui, in salotto, su quel tavolo. Ed il computer starà qui per la prossima settimana.

Ironia della sorte, quindi, il mio blog festeggerà i suoi 3 anni da dove tutto cominciò. 

(Perché non lo scrivo il primo marzo? Il primo marzo avrò di meglio da dire… )

E già che ci sono preavviso che la settimana 22->28 sarà priva di post causa assenza del sottoscritto.
Pace.

Fai felice anche tu

Fai felice anche tu una persona che lavora in un call center di supporto tecnico.

È semplice, pochi punti richiesti:

  • Saluta
  • Chiama la persona che ti ha risposto almeno una volta per nome
  • Ringrazia per ogni cosa
  • Usa un tono di voce pacato

Se sei incazzato per quello che è successo per cui stai chiamando, calmati e POI chiama. La persona con cui parli non ha alcuna colpa.
Se la persona con cui parli risulta incompetente o scazzata, saluta, chiudi e riapri la chiamata e parla con un altro degli operatori.
Se la coda per gli operatori è lunga, se si ha fretta, o se c’è sicuramente un solo operatore…

… allora è il momento di turbarsi un attimo.

Ma io ho scoperto che gli operatori sono molto meno incompetenti e scazzati nel secondo in cui si espone il problema sorridendo telefonicamente.

Pensate al loro lavoro. Io se fossi in loro gradirei ogni cliente che non mi tratta come una pezza.

Terz’aggiunta

Ho fatto un post su Emerson, ho aggiunto e ora aggiungo per rettificare.

Ho detto che è un figo e ho aggiunto che l’ho detto avendo letto solo 8 pagine.

Giorni dopo, leggendo quotidianamente e dedicandoci parecchio tempo, sono arrivato a pagina 18.

Dovrebbe concludere la trilogia dei post.

Jack.

Io sto per far valere la mia garanzia su un paio di cuffie da 60€.

SESSANTA euro, diamine di cuffie Sennheiser, qualità superiore.

Significa che questi mi dovranno mandare un altro paio di cuffie da sessanta euro. Costo per loro.

Le ho prese proprio sapendo che avevano 2 anni di garanzia. Non le avrei mai prese altrimenti.

Ora, sarò io una persona che le tratta male – non mi pare – ma tutte le cuffie per iPod mi si sono sempre spaccate al jack, così che almeno uno dei due auricolari cominciasse a non andare a tratti o fisso.

TUTTE – conti fatti, più di 5 paia di jack da quando ho l’iPod.

Per questo ho fatto affidamento sulla garanzia.

Ma cazzo – se qualcuno sa come risolvere questo problema sono disposto a pagarlo. Se NEMMENO le cuffie da 60€ hanno un jack resistente, da che cuffie me lo devo aspettare?

Chi lascia la cosa vecchia…

… Così si parte alla ricerca del sostituto.
Comincia la ricerca attiva di colui che andrà a cambiare, che sconvolgerà di nuovo la formazione.

È una sottospecie di tradimento.

Moooolto sottospecie. Ma come fa la gente a fare uso di uno strumento così cattivo così liberamente, non lo so.
Non lo so davvero.

Nonostante le vaccate che hanno portato a questa situazione, provo tanto dispiacere. Non fa per me.

Ligia

Una volta ho visto una scena che mi ha fatto credere che ci sono persone di livello superiore al mondo.

Ero stato invitato a sciare da un’amica nella sua casa in montagna.
Ci vado e siamo io, lei, il suo ragazzo e due sue amiche. Camere a sufficienza perché tutti stiano in singola.

Bhe, fatto sta che questa mia amica e il suo ragazzo stavano assieme da *tanto* tempo, ma lui non era (e presumo non lo sia tuttora :D) italiano e quindi non è che si vedessero tutti i giorni… Anzi, questa della vacanza nella casa in montagna era una bella maniera per stare un po’ in sua compagnia.

Ora, io mi aspettavo che i due dormissero assieme – quantomeno nella stessa stanza. Nulla di male, sarebbe stata la cosa più naturale del mondo.

No. Li vedo salutarsi e andare in due stanze diverse.
Chiedo alla mia amica con cortese curiosità e la risposta esce naturale come se fosse la cosa più spontanea del pianeta: “I miei hanno detto che mi danno la possibilità di usare questa casa con l’unica condizione che io e lui dormiamo in camere separate”

 Strabilio, stupore.

R.W. Emerson

Il solo nome basterebbe per tutto il post, seriamente.

L’ho preso come un consiglio di lettura, senza grosse pretese… Ed invece mi sono trovato tra le mani un capolavoro. Che mi dice che sono un capolavoro. Che mi convince, nonostante le parole sembrino quasi da filosofia new age, che pare quasi uno scritto da gente di setta.

No, è uno scritto di un filosofo. Serio. No new age, no setta, no invendibili, no perditempo, no korea.

Andate e prendetene tutti.
Non mi sentirete mai dare consigli sui libri, per cui questo credo che sia un evento più unico che raro. Leggete. Qualsiasi cosa che ha scritto va bene.

Inusuale

Ve lo giuro, il contenuto di quella stanza è inusuale. 

Se vi dicessero il contenuto in una discussione, direste “vabbé, nulla di speciale”. Ma visto da fuori attraverso il vetro non ci posso credere che uno possa vedere anche solo nella situazione di quiete di quella stanza una situazione normale, ma proprio non lo ritengo possibile.

Lì dentro c’è contenuto insolito.

E quando la stanza non è in quiete, ma è nello stato di normale attività, lì, bhe, è un qualcosa di così fuori dalle normali situazioni quotidiane che chiunque vedendo il contenuto dovrebbe guardare con occhi curiosi, dovrebbe fermarsi, osservare, cercare di capire, di, perché no, stupirsi.

È tutto così inusuale, porca boia! Sì, è inusuale. Non un grande spettacolo, onestamente. Ma è qualcosa che uno nella quotidianità non vedrebbe nemmeno lontanamente.

Però, appunto, non è un grande spettacolo. La gente passa e dà un’occhiata al vetro, e poi passa avanti, come se avesse visto la cosa più banale del pianeta. In realtà è meglio così, immensamente meglio così, STRAORDINARIAMENTE meglio così.

Ma mi sono sempre stupito su come la gente passasse avanti, sia passata avanti, tutt’ora passi avanti e credo passerà avanti, senza degnare di grande attenzione ciò che c’è lì dentro.

Quando era il mio turno di passare davanti a quel vetro, io guardavo. Non era il massimo della vita, capisco, ma guardavo. Interessato? Probabilmente.

Non dico che sia da mettersi lì con i popcorn. Ma c’è chi non si gira. C’è chi non guarda, c’è chi rimane solo mezzo secondo anche la prima volta che vede quel vetro. 

È fuori dalla mia mente tale indifferenza.

Momento quote

Questa l’ho letta 10^-25 secondi fa, mi è piaciuta molto, anche se non ne approvo i contenuti.

La discussione verteva sul flusso spontaneo di parole spontanee derivato dal consumo di alcol in quantità moderatamente alte. Che non c’entra troppo con il quote. Però si parlava comunque di alcol.

”Comunque l’alcool è simpatico a volte. […]

E poi a volte i problemi non sanno nuotare.
Ahahah stupidi

– Spina

Riferendomi al post di ieri, in questo momento mi piacerebbe avere una abilità di disegno sufficiente per disegnare un problema, triste come Infinite Summation Honeybee Professor – l’apetta, mentre affoga.