In via Bistolfi, angolo Trentacoste, a Milano… Ho letto qualcosa di incredibile.
Era una scritta su un muro.
La scritta non me la ricordo. Mi ricordo una parola.
“perché”
… E gli interrogativi fioccano… P:
In via Bistolfi, angolo Trentacoste, a Milano… Ho letto qualcosa di incredibile.
Era una scritta su un muro.
La scritta non me la ricordo. Mi ricordo una parola.
“perché”
… E gli interrogativi fioccano… P:
Devo ringraziare qualcuno che non conosco.
C’è una persona, un maestro di Hollywood. Un qualcuno che è riuscito a fare l’impossibile.
Ormai 15 anni fa una persona, un talent scout del mondo cinematografò ha trovato lui. Vin.
E che l’ha supportato, che è riuscito mediante provini, mediante parti, a farlo sfondare nel mondo della pellicola.
È un’impresa impossibile. Vedo molto più facile convertire metallo in oro, tofu in cibo commestibile, corde in cammelli che far entrare Vin Diesel in un campo a lui ostile come quello della recitazione.
Perché Vin Diesel è l’unica persona che riesce ad essere meno espressiva della sedia su cui siede. Vin Diesel non si muove, non gesticola, lui funziona, non vive; perfino la sua comunicazione involontaria è pesantemente menomata dal suo corpo da culturista che gli impedisce movimenti delle articolazioni superiori ai 10°.
Eppure… “recita”. Viene pagato milioni di $ per… recitare.
E io ringrazio chi è riuscito in quest’impresa di far ottenere parti a Vin Diesel. Perché i suoi film sono così divertenti che è una gioia vederli. È una gioia cercare di contare le espressioni facciali che quest’uomo riesce a produrre durante un’ora e mezza di film e rimanere sorpresi quando il conteggio rimane fermo a zero.
In realtà Vin ha studiato per recitare, e ora sa fare UNA cosa, ma benissimo: SPARARSI LE POSE.
È riuscito il mega colpo da milioni di dollari? Si spara la posa.
È stato tradito? Si spara la posa.
Deve fare il mega bluff con i cattivi? Si spara la posa.
Sta in auto? Si spara la posa.
C’è un funerale? Si spara la posa con dietro UNA TRIVELLA PETROLIFERA.
È morto il suo amore della vita? Si spara la posa accanto alla lapide.
Grazie Vin.
Spero che tu faccia tanti film, quanti il tuo corpo potrà fare.
Li vedrò tutti, per te.
Solo per te.
La lezione di Fabio è molto semplice. Fabio non insegna lezione. Ma impari.
Fabio spacca. Fabio non perde tempo.
Fabio funziona. Fabio è giusto.
Ora, la lezione è che non ci si accontenta.
Perché c’è Fabio.
… Ok ridete pure, ma ero serio.
Voglio informarvi di una cosa.
Una regola, se scritta, non la rende valida per forza.
Sembra scemo?
“La direzione non si rende responsabile per i furti di oggetti di valore nel parcheggio”.
Probabile. Ma DI CERTO non perché mel’hai scritto.
Ma andando un po’ più nel dettaglio, in un luogo non è che se c’è scritto su un cartello “chiunque corra verrà stuprato analmente” questo rende la regola applicabile. Né tanto meno “correndo si accetta di pagare 10€ al gestore” sarà mai accettabile.
La consumazione obbligatoria è praticamente illegale. Non ti possono far bere a forza. Ti possono far pagare l’ingresso, ma non ti possono far consumare. Non si può pagare per un servizio che non è stato erogato. No? Quindi se io non bevo, non possono farmi pagare.
Né tanto meno “lo smarrimento della tesserina delle consumazioni comporta il pagamento di tutte le consumazioni” sarà accettabile come regolamento.
In primis perché non c’è contratto, in secundis perché è qualcosa di assolutamente fuori da ogni accettabilità. Se poi la prima consumazione costa di più, si scende nel ridicolo.
Anche solo per il fatto che uno può rendersi conto che non è il locale che vuole dopo 3 minuti che sta dentro. Paga la consumazione? Ma anche no. Se per caso perde la schedina in quei tre minuti, paga magari 50€? Ma che cosa ridicola.
Non so assolutamente come la cosa sia ancora ammessa, nonostante sia fuori da ogni legge possibile ed immaginabile. Non so nemmeno come contrastare la cosa nel mio piccolo.
Rubo quando passo lo stesso, anche di sgamo? No. Non pago qualcosa che non ho preso, nulla di più.
Ebay.
“Worldwide shipping”
…
“Seller does not ship to Italy as non-receipt occurs frequently.”
Ma… ma… ma…
… ):
La felicità chiaramente va sul lungo termine.
Sul breve possono succedere varie cose, imprevisti e probabilità che possono rendere un momento particolare più o meno felice.
È abbastanza chiaro che se l’integrale della felicità sul lungo periodo è minore di zero c’è qualcosa che non va.
Fin qui, tutto facile.
Evitando di mettere vincoli lagrangiani a questo modello – rendendo tutto troppo complicato per chiunque, anche se mi piacerebbe provare un po’ – le applicazioni di questa cosa possono sfuggire nella vita quotidiana.
Vedere la felicità sul lungo termine è… Difficile.
Anzi, come dire. È tendenzialmente paradossale. Dal momento che non si sa cosa succede nel futuro, è tendenzialmente meglio cercare di stare bene adesso. Non sto parlando di farsi le pippate di coca o _illusioni_ di contentezza, quanto cose reali da persone vere e mature.
L’esempio preclaro sta nei rapporti umani.
I rapporti umani sono qualcosa di cambiare pesantemente la propria situazione.
I soli “amici”, le persone a cui non dai tanto peso, sono in grado di essere, con solo la loro presenza, “o grande” della propria funzione felicità, una parte in fondo considerevole della propria vita. Un amico del tubo in più o in meno non fa nulla, ma avere gente con cui uscire senza grosse pretese può essere qualcosa di desiderabile. Sul breve non influiscono per nulla la media, mentre sul lungo la mancanza o la presenza si sente.
Un rapporto umano marcio è facile da gestire: tendenzialmente la decisione che si avrebbe sul breve (un bel “vaffanculo”) coincide con quella sul lungo termine.
Una persona invece “a metà” fa capire come un occhio al futuro può cambiare molto il modo di vedere le cose. Leggi incertezza e puoi interpretarla in varie maniere. Uno scazzo può farti volere interrompere la cosa, considerando la cosa marcia. La felicità si abbassa, il tempo viene considerato perso. Fine dei giochi.
La media si abbassa in fretta perché la persona è presente nella propria vita. Sei più infelice, e la cosa ti può bastare. Sul lungo è possibilissimo che però sia il contrario e l’integrale si sollevi a livelli superiori alla situazione iniziale.
Scritta matematicamente, detta a parole è la cosa più naturale del mondo. Sembra una grossissima cazzata.
Farlo è il contrario.
Io voglio ringraziare internet. Perché mi mostra che certe cose esistono e sono possibili.
Che c’è chi pensa in grande.
Ci sono siti.
E poi ci sono Siti.
E poi ci sono pezzi di internet degni di una cornice in un museo.
Poche balle, ci sono 280 pagine di cose che vale la pena vedere.
Ho visto blog su pubblicità, blog su oggetti, blog su ogni cosa ma un tumblr così perfetto e così completo di contenuti notevoli non l’ho mai visto. Da perderci i giorni sfogliando gli archivi.
Buona fortuna, io sono diventato dipendente.
Il Regalo è stato dormiente.
Perché costoso, perché di lusso, perché è stato Regalato impregnato di un’aura di valore e di quasi sacralità.
Per il timore che potesse rovinarsi, che venisse usato male o che, è rimasto in un angolo, ad attendere.
Ma perché, visto che ha un utilizzo ben specifico, trattarlo così?
Il regalo per cosa? Per stare in un cassetto?
10 anni in un cassetto valgono dieci minuti di utilizzo scemo?
Un paio di mesi fa avevo parlato di un sogno strano che mi era capitato.
Nel sogno andavo a morire. La cosa mi aveva colpito, perché avevo fatto strani pensieri e provato strane cose.
Bhe, per la cronaca la cosa non è finita lì.
Nei successivi tempi mi è capitato di nuovo di morire, o stare per, in sogno.
Per quanto la cosa non sia particolarmente interessante di per se (a parte per le squallide interpretazioni , che io ritengo baggianate), di tutto il set di cose provate in questi sogni e di vari pensieri che sono affiorati uno solo credo valga la pena essere condiviso.
Che alla fine di tutto, una sola cosa rimaneva.
Prima di schiantarmi, prima di lasciarci le penne, una cosa sola mi pervadeva. Una.
Speranza.