<24 h

Scusatemi il post da diario personale, ma c’è stato un grave e serio motivo per cui ieri sera non ho fatto il post (visto che non capitava da un tot che bucassi) e ne devo parlare.

EscherCiò che vedete qui è un puzzle.

Camera mia è tappezzata di questi puzzle di quadri di Escher incorniciati.

I puzzle non sono grandi, sono 1000 pezzi, quindi nulla di impossibile.

Il vero problema è che, come si può notare dalla foto, sono tutti in bianco e nero e dai disegni decisamente complicati. In genere sono delle specie di illusioni ottiche o giochi di linee e disegni. Mooolto complicati e tendenzialmente dai pezzi assolutamente indistinguibili l’uno dall’altro.

Il primo di questi puzzle l’ho fatto assieme alla famiglia che avevo 11 anni. Ogni Natale me ne è stato regalato uno nuovo e tutti i puzzle una volta finiti vengono appesi ed incorniciati.

La mia camera conta 6 puzzle appesi e ora uno in attesa di venire incorniciato.

Il primo puzzle impiegammo quasi un mese a completarlo ed eravamo in 3 a lavorarci sopra. Già dal secondo ero solo io a lavorarci su.
Anno dopo anno ho tagliato i tempi limando giorni su giorni, settimane intere necessarie per il completamento.

L’ultimo anno ho sfondato il muro della settimana.

Ieri sera ho cercato di sfondare il limite massimo, fallendo di meno di una trentina di pezzi crollando alle 3 di notte: meno di 12 ore.

Stamattina ho potuto facilmente però sfondare il muro delle 24 ore per completare un puzzle di Escher. Non mi capacito ancora di averlo qui accanto finito.

Ora, come rendere d’improvviso interessante un post come questo?

Due modi:
a) Lanciare un messaggio estremamente fico tipo “la pratica rende perfetti” oppure “nonostante mi possa allenare una sola volta l’anno nei puzzle, comunque riesco a cogliere i frutti di tale lavoro”. Mah.

b) Lanciare un messaggio criptico: “avete notato?”

c) Lanciare un messaggio ancora più criptico a quelli che hanno capito il punto b: “12.”

d) Lanciare un ultimo messaggio a quelli del punto c: “Se volete vi spiego come mai.”

Kamikaze

L’inverno mi porta sempre sonni molto poco tranquilli.

Alcune delle cose che passano nella mia testa durante le dormite invernali riescono a farmi ripensare a ciò che sono, altre a ciò che faccio, altre a tutto il resto. La pecca è che non mi ricordo che pochissimi sogni.

Una volta me li ricordavo tutti. È da tre anni circa che non me ne ricordo quasi più.

L’altra sera è successo qualcosa di particolare.
Sono andato a morire.

C’era una guerra. Io ero disarmato a pochi metri da un soldato nemico con un grosso fucile in mano.
Lo vedo, chiudo gli occhi e lo carico a testa bassa. Kamikaze. Nella mia testa un pensiero allucinante.

“Mal che vada, tra pochi secondi sarà tutto finito”

Il terrore nel secondo in cui sento il fucile sparare e io venir colpito. Per ragioni strambe ne rimango illeso – ma questo perché era un sogno.

Ho ancora però nella testa la sensazione che provavo nell’andare direttamente verso la morte. Di starle proprio correndo addosso, volontariamente.
Mi chiedo tuttora se sia stata una cosa possibile solo in un sogno o se sarei capace di fare una cosa simile anche solo per un istante.
Se sarei davvero così pazzo.

Tira di più

Oggettivamente non volevo crederci quando ho letto che mezzo forum si sarebbe spostato l’altro giorno.

Contati erano 18, tutti a Bologna. E, a giudicare dalle foto, si sono divertiti anche un sacco.

Perché mi stupisco? Perché sono qualcosa come sei o sette anni che cerchiamo di fare un raduno generale, di far ritrovare tutti quanti in un unico posto – 18 persone radunate su un forum da in fondo pochi utenti attivi sono tantissime.

Il rosico, ovviamente, c’è. Il sopracciglio inarcato, pure.

Perché sono 7 anni che periodicamente cerchiamo la città, il posto, un giorno ed un orario che vada bene a tutti ma non riusciamo mai. Il miracolo è avvenuto? Que aconteceu?

Il mal pensiero ovviamente vola. A organizzare il ritrovo è stata una topa bella ragazza (Oh! È vero).
Uno dei pochi utenti utero muniti del forum.

In tanto tempo ho visto taaanti tentativi falliti miseramente, tutti con cose da fare e zero sbatta di uscire di casa per incontrarsi.
Per stavolta c’è gente che ha fatto 350 chilometri in una sola serata tra andata e ritorno.

Io so che non è solo per suddetta pucchiacchera che la macchina si è mobilitata – conosco i miei polli – ma il dubbio rimane e rimarrà e mai nessuno oserà dar risposta concreta ad esso.
Ai miei occhi è solo l’ennesima dimostrazione che tira di più Lapo di Jan Zelezny.

È il momento di uscire

Credo che la cosa più pericolosa per la mente umana sia stare in casa nelle ore in cui normalmente dovrebbe essere fuori.

Lo capisco da tante cose ora che non ci sono più abituato. Stare in casa chiude, stare in casa interrompe gli input a cui siamo abituati.
Il tempo passa 10 volte più velocemente. Specie verso sera, un secondo son le undici, dieci secondi dopo undici e mezza, poi arriva in fretta la mezzanotte e la volta successiva che guardi l’orologio manca un quarto all’una.

Chiude la mente, smetti di pensare gravemente.
Ti puoi tenere allenato, ma nel secondo in cui smetti sei fregato. Diventa difficilissimo tornare ad usare il cervello.

È l’ora di uscire.

Non è nemmeno come quando si è malati. È qualcosa di peggio.

Atei attivisti

Gli ateivisti? xDD

Devo dire che di tutte le battaglie religiose questa mi sembra la più allucinante di tutte.

Non riesco ancora a mettere bene a fuoco se sia legittima o illegittima – in realtà quasi sempre ogni parte che rompe le palle ad altri in maniera più o meno attiva non vede mai molto la mia approvazione.

L’azione ha di sicuro effetto, io mi sono fiondato sul sito di questi atei attivisti, “cadendo” quindi nella loro trappola. Mi stupisco che siano così tanti a tirare fuori fondi a sufficienza per pubblicità nella cattolicissima Italia.

Ma l’azione è stranissima.

Ha un che di buffo qualcuno che si batte per… il nulla. Vedere una fazione che si schiera e combatte perché si riconoscano i diritti di qualcuno che NON ha una fede, che NON ha particolari necessità – insomma un cittadino “normale” che si batte per la sua “normalità”?

Mi fa specie.

Basement

“Be careful now, Cooper. Night is a dangerous time”

“Really?”

“Yeah. You know the basement?”

“Y-y-yeah…”

“Well, right now the whole world is the basement

… “Except that if you freak, there’s no staircase to scrumble up.

Momento tutubo musicale

La canzone è una canzone stupenda. Mi è sempre piaciuta assai.
L’attenzione non va su Pavarotti e la sua performance quanto due particolari.

a) la traduzione del testo
b) la performance di Simon Le Bon, in fondo sempre il cantante dei Duran Duran, non esattamente Freddie Mercury

Perché la performance di Le Bon mi ha colpito?

Perché la canzone non è facile per nulla da cantare, ma soprattutto perché per quanto uno possa essere professionale, dover cantare con un’orchestra dietro e assieme a nientemeno che Pavarotti – quindi sapendo già di fare una magra figura a prescindere – per di più in italiano, facendo falsetti e oltretutto davanti ad un pubblico numerosissimo è una di quelle cose che metterebbero terrore a chiunque. 

 

 

 

…. sì, poi Pavarotti fa letteralmente godere $:

Call ID

“Nobody likes you when you’re 23
And still more amused by prank phone calls

What the hell is call id…”

Mi chiedo come mai gli scherzi telefonici con i nuovi media non siano aumentate, o magari meglio documentate.

Per registrare uno scherzo telefonico al giorno d’oggi basta un microfono, una webcam e Skype. Possibilità fondamentalmente illimitate, ma girando per youtube c’è UN solo autore di scherzi telefonici degno di questo nome. Prima di lui, UN solo altro famoso.

Una volta c’era Libero, una volta c’era Alto Gradimento; ma che diamine, nessuno che continui la pratica nel suo piccolo, con i nuovi e potenti mezzi?

… O sono solo io che trova artistico uno scherzo telefonico fatto per bene?

Paradigm Shift

La bigiata non ha mai avuto gran senso. La logica vuole che ciò che non farai oggi lo farai doppio domani, o peggio sarai costretto a fare più del doppio domani.

Non sono mai stato un fan del rimandare a dopodomani ciò che si può rimandare a domani… (Wait, what?)

Tuttavia se ciò per cui veniam giudicati, ciò che viene pesato dalla società e che ha effetto più immediato è ciò che facciamo, mi è stato insegnato (anche se in tempi estremamente recenti) che anche i pensieri valgono e pertanto vanno controllati.

Io posso andare a lavoro nonostante la neve, nonostante il casino; ciò non toglie che se ci vado pensando tutto il giorno quanto è una merda muoversi, quanto è una merda svegliarsi al mattino presto, quanto fa schifo il sistema di trasporto, quanto è odioso il freddo ma soprattutto quanto sarei stato meglio a letto, allora la mia virtù è molto ridotta. Davvero!

Ciò che è importante notare è come i pensieri siano controllabili solo ed unicamente da noi stessi. Ci sentiamo dunque liberi di poter pensare quel cazzo che ci pare.
Comportarsi in maniera egregia ed essere un bestemmiatore porco maniaco mascalzone violento nei pensieri non può essere altro che uno squilibrio e non ci vogliono doti da psicologo per capire questa cosa.

Senza andare in casi di schizofrenia avanzata, gli effetti di uno squilibrio di questo genere variano molto da persona a persona.

Il momento in cui tale squilibrio si manifesta è assolutamente quando il limite comportamentale viene sollevato. Il comportamento pensato si libera e si manifesta.
Lo studente scazzato andava a scuola pensando le peggio cose? Finita la scuola dell’obbligo, è il preludio di un disastro.
Il lavoratore esce libero dai problemi di un lavoro che sopporta ma di cui pensa male? Vai di coca!

Non tutte le situazioni si manifestano, ovviamente, è chiaro. Ma è altrettanto chiaro che è necessario mettere delle basi sane anche sul comportamento mentale, NON ci si può permettere di pensare ciò che si vuole, altrimenti si rischia pesantemente di scadere in pesanti disallineamenti comportamentali.

Non sto dicendo che la situazione di “Saluto il mio capo con un sorriso ma dentro di me penso che è un lurido figlio di puttana” è problematica.

Sto dicendo che la situazione di “Saluto il mio capo con un sorriso ma dentro di me penso che riempirei di sprangate la sua auto, violenterei quella bella ***** di sua moglie assieme ai miei amici, impiccherei la sua progenie davanti ai suoi occhi e giocherei a golf con i suoi testicoli – questo perché è un lurido figlio di puttana”, sebbene sia considerata legittima e degna della “libertà di pensiero”, beh, non lo è. No, non si è liberi di pensare ciò che si vuole.

Ah, il paradigm shift. Funziona anche al contrario, ovviamente.