Io alla fin fine sono un videogiocatore di respiro piuttosto ristretto: ho una buona cultura in materia ma non ho videogiocato poi così tanto.
Non mi sono mai ritenuto quindi nella posizione di fare grandi critiche, recensioni, analisi di videogiochi, non tanto perché non sia in grado di analizzare i singoli titoli – quello lo può fare abbastanza chiunque – ma perché ho sempre avuto una certa mancanza di termini di paragone.
Posso giudicare uno sparatutto in prima persona, ma non posso paragonarlo ad altri sparatutto perché alla fine ne ho giocati veramente pochi.
Il preambolo serve perché se c’è un gioco che mi permetto di poter dire che è un capolavoro, una pietra miliare della videoludica, un videogioco a dir poco stupendo, quello è Max Payne. Pur avendolo giocato personalmente solo in parte, ma avendolo visto giocato dall’inizio alla fine, lo considero tutt’ora uno dei videogiochi più belli mai creati nella storia dell’umanità.
E la ragione principale per tale giudizio è chiara e sintetica: sembra di giocare un film.
Il preambolo con preambolo serve come premessa ad un post di rammarico, grosso rammarico.
È uscito il film di tale gioco. Magari avete visto i cartelloni.
Il rammarico sta nel fatto che se delle persone sono in grado di prendere un film già fatto, con personaggi già scritti, con ambientazioni (almeno quelle le hanno tenute perfette diamine) già disegnate, con scene d’azione già perfettamente programmate, con colpi di scena, con relazioni, con trama tutto già fatto alla perfezione e di farne letteralmente carta straccia, per poi tirare fuori una colossale cagata schifezza di film, bhe…
… Allora ditemelo la prossima volta, che vengo io a farvi da sceneggiatore.
Davvero.
È come vedere una chitarra stupenda venir suonata da uno che non la sa suonare che per concludere l’opera la sfascia e dà fuoco i pezzi.
Deprimente ed urtante, insomma molto più che raccapricciante nel prodotto del degenero in sé.