Della serie: l’attrezzatura non significa nulla.
Mi viene passato un link. Un link decisamente deprimente. (Spero proprio che i fotografi in questione non mi “trovino” e se la prendano a male – ormai comincio ad avere paranoie su cosa posto su questo blog)
Viene qui presentata questa “sfida” (rido all’uso di questo termine) fotografica.
La sfida consiste in “ci hanno dato 10mila euro di attrezzatura fotografica, 12 modelle una più figa dell’altra e abbiamo dovuto fare 24 – due per ragazza – foto degne di questo nome in 6 giorni”
Risultato: pena, tristezza, delusione, angoscia. (E “sfida” ampiamente fallita direi).
La quantità di cose maledettamente sbagliate nelle foto in quelle pagine credo che sia più che evidente anche ad occhio non esperto: pose oscene, location esterne inguardabili, angolazioni di presa assolutamente casuali e soprattutto il fatto che metà di quelle foto sembrano prese con una compatta digitale. Oltre all’uso di tecniche assolutamente a caso. (Il fuoco nel caminetto??!?!)
Ridicole le spiegazioni tecniche da cui si può trarre facilmente la conclusione che questi non abbiano mai usato cotanta attrezzatura in vita loro – lo scatto 3 è più che sufficiente per capire che i flash questi non li sanno proprio usare. Seriamente.
Ma non sono qui per fare crocefissione di questi due poveri cristi che evidentemente si sono trovati a dover fare qualcosa di assolutamente fuori dalla loro portata per qualche motivazione ignota.
Ciò che mi piace trarre da queste foto è un concetto già noto ai più ma sempre difficile da trasmettere alle masse: non importa quanta roba hai, il risultato della tua performance si ridurrà sempre e solo alle possibilità della tua abilità. Punto.
Sia un musicista, sia un fotografo, sia un programmatore, sia chiunque.
Diecimila euro…
… ma zozza…