Viva il segreto

Una volta, messeri, esistevano i segreti.
Il segreto esisteva perché c’erano cose di cui non si voleva far sapere.
Spesso perché era un problema che certe cose si sapessero.

La scena è la seguente.
Festa. Con persone giovani. In un luogo pubblico o presunto tale (non a casa di qualcuno, insomma).
Due giovani si appartano nelle toiletteS. Di certo non giocano a monopoli.
Per non essere grezzi, diciamo che “lei gioca al canta tu”.

Di per sé, la cosa… Chissene, no? Contenti loro. 
La cosa divertente è che tempo un minuto e ogni invitato alla festa era al corrente della cosa.
Tempo due minuti e tutti sanno che la “cantante” si è pentita della cosa.

E a tutti pare normale, nessuno se ne frega, nessuno inarca nemmeno il sopracciglio.
Il cantato ride e scherza, come se fosse successo mentre quell’altra sarà probabilmente a disperarsi da qualche parte.

Surreale il tutto, un surreale contornato dalla mia incredulità nel vedere come la cosa non abbia suscitato la benché minima reazione in nessuno dei presenti.
E soprattutto mi stupisco come io stesso abbia dato molta più rilevanza a ciò che al fatto in sé: visto da fuori, una che fa certe cose al primo che passa senza manco esserne certa, senza nascondere manco la cosa per poi piangere del fatto, lascia come minimo basiti.

No. Tutto a posto. 

Il segreto smette di esistere quando non c’è nulla da tener segreto. Quando niente può ferirti.
Allucinante.

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