Stamane ero in un posto decisamente inusuale: nell’aula consiliare della Provincia.
Perché? Perché ero ad una premiazione.
Premiazione… Per un premio per i migliori temi presentati per l’esame di Stato di quest’anno.
Il mio tema era stato giudicato sufficientemente figo da parte del professore esterno che mi ha corretto lo scritto e pertanto è stato spedito per tale concorso.
Discretamente figo, visto che i temi partecipanti a livello regionale alla fine erano tipo poco più di 300.
Infatti l’ho riletto ed è figo.
Delle premiazioni io ho in generale una gran brutta esperienza. Partiamo dal fatto che le premiazioni consistono per 2\3 di ringraziamenti e discorsi delle persone ringraziate tuttttttti uguali.
“Ringrazio chi ha fatto sì che tutto ciò sia stato possibile… Ringrazio i partecipanti… Ringrazio il posto che ci ospita […]” Così, magari 20 persone ringraziate dicono tutte la stessa cosa, ringraziandosi magari l’un l’altro a vicenda tutti e 20.
E magari visto che la cerimonia dura tre ore, ci sono due ore di palllllosissimi commenti, discorsi, amboli e preamboli, leccate, ossequi e – perché no – fritti misti d’aria.
Detto ciò, voglio spezzare una lancia in favore di chi deve giudicare e premiare. A chiunque vada il premio, non andrà mai bene. Mai. Ci saranno sempre problemi e chi si lamenterà.
Io ad esempio ho trovato poco corretto in questa occasione che metà secca dei premi siano andati ad una sola tipologia di tema, per altro la più “denigrata” dai professori, e ad una sola traccia dai contenuti potenziali estremamente banali (come, in fondo, gli scritti in fondo erano).
Ma si può tirare fuori il meglio di una premiazione quando non si è premiati.
Perché se le cose si sono svolte con correttezza il vincitore potrà SEMPRE essere d’esempio.
La vincitrice della mia categoria, per intenderci, ha fatto una produzione veramente magistrale, uno scritto sulla Costituzione da standing ovation. Pagine intere che trasudavano competenza, informazione, chiarezza di idee e di contenuti. Un qualcosa che io avrei fatto fatica a scrivere in giorni, settimane, figuriamoci in meno di 5 ore.
Illuminante. Se si capisce nettamente qual è la differenza tra te e il vincitore, se lo stacco è netto e fa da guida, allora hai guadagnato qualcosa nel partecipare. Il premio è condiviso. L’attività ha avuto senso.
Tutto ciò con una grossa postilla: però che cazzo, il secondo premio avrei potuto vincerlo io con un tema così figo da citare Kurtzweil… Mannaggia a voi, che vi venga l’orticaria.