La notizia di ieri di un complotto neonazi per uccidere Obama sventato mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena.
Non tanto per l’attentato, non tanto per l’idea che sta dietro, non tanto per i nazi e non tanto per Obama.
Per l’idea che i candidati debbano convivere pacificamente con l’idea che qualcuno nel loro paese li voglia morti. Con l’idea che qualcuno ci proverà pure.
È chiaro che fa parte del loro mestiere, che è intrinseco nella vita politica essere a rischio di vita.
Ma io avrei seri problemi ad accettare il fatto che se qualcosa fosse andato storto nei controlli dei servizi segreti dei bambocci mi avrebbero sparato contro. Seri problemi ad accettare il fatto che c’è una concreta possibilità che io muoia per mano altrui.
È qualcosa di estremamente lontano dalla nostra vita la possibilità che qualcuno ci voglia morti. Lontanissimo. Qualcosa che non possiamo nemmeno immaginarci in linea teorica.