Un blog interessante della rete è sicuramente “Ma che diavolo è Studio Aperto?” , un simpatico sito che propone una analisi dei più vergognosi episodi del tristemente noto telegiornale che tra servizi inutili, servizi sciacallo, servizi marketta, servizi copiaincolla e servizi chiappealvento si merita questo e ben altro.
L’autore non si fa quasi mai parco di commenti più o meno pesanti sui “giornalisti” coinvolti in tutto questo vero e proprio scempio dell’informazione, andando a cavare fuori nomi e cognomi dei responsabili e assegnando loro impietosi appellativi.
Ciò che io apprezzo di più di questo lavoro non è il risultato finale (che, digiamolo, non è esattamente una analisi approfondita socioculturale del programma quanto un vero e proprio sparare a zero su ogni secondo del suddetto), ma la pazienza che l’autore pone nel perserverare nel guardare tale schifezza pur di tener aggiornato il blog.
Nonostante guardare più di dieci minuti di Studio Aperto è un’esperienza denigrante (dimostrato scientificamente: abbassa il QI temporaneamente, a volte permanentemente), lui continua a guardare per potersi sentire superiore e poter allietare il mondo con la nozione che non siamo i soli a trovare inguardabile tutto ciò.