Credo che per attraversare tristezza, paura, solitudine, disperazione, confusione e rabbia senza far ricorso a droghe, alcol, cibo in quantità, sesso selvaggio o alle infinite distrazioni stordiscicervello fornite dalla cultura occidentale, uno debba diventare un guerriero spirituale. Inoltre credo che il risultato del sopportare la sofferenza, dell’abbracciare sobriamente gli inevitabili incontri col dolore emotivo che la vita porta con se, sia saggezza e serenità nella piena calamità. Ma non bisogna fare errori, il percorso del guerriero è perfido e non si può camminare da soli. Per sopravvivere, egli deve avere fratelli e sorelle d’armi che lo supportino quando fallisce. Quando vivevamo e morivamo in piccole tribù, il principio del sostenere a vicenda qualcuno nell’attraversare le sfide della vita era tessuto profondamente nella trama della mentalità del gruppo. Con l’avvento dei centri e delle città ogni giorno siamo costretti ad una convivenza forzata con il dilemma di essere disperatamente da soli, ma abbiamo ancora disperatamente bisogno l’uno dell’altro. Questo è il motivo per cui, per definizione, cerchiamo nuove tribù. Tenendo conto di ciò, vi propongo umilmente una semplice linea guida per valutare l’efficacia di una qualsiasi tribù che potreste incontrare nel vostro percorso per diventare guerrieri spirituali: se vi chiedono soldi o accesso ai vostri genitali, scappate. Se vi chiedono soldi, sorridono incessantemente, non sbattono mai gli occhi e vi garantiscono di rendervi un semidio, scappare non sarà sufficiente. Cambiate il vostro indirizzo di posta e velocemente riconsiderate droghe, alcol, cibo, sesso e TV.
Chuck Lorre
Non sono un combattente.