Quando c’è un garbuglio a cui non riesco a venire a capo per quanti sforzi faccia o per quanto chieda consiglio ad amici, non posso fare a meno di riportare alla mente una scena piuttosto bizzarra che mi accadde.
Era parecchio tempo fa, dove con parecchio intendo anche 8, 9 anni fa. Estate, ero in un villaggio vacanze.
Non mi ricordo assolutamente il perché, una sera ero piuttosto crucciato per un qualche motivo. Allora mi sono recato all’anfiteatro del villaggio circa una ventina di minuti prima dello spettacolo, mi sono seduto sugli spalti vuoti e mi sono messo a riflettere vagamente su ciò che avevo da pensare evidentemente senza riuscire a venirne a capo. Non c’era veramente nessuno e il luogo era vagamente illuminato da un paio di riflettori accesi. Lì dentro c’ero solo io, a pensare.
Ad un certo punto, senza che lo sentissi nemmeno arrivare, sbuca un animatore\tecnico\nonsoche che scende gli spalti per andare dietro le quinte. Mi passa accanto, poi si gira, mi guarda e sorridendo mi fa:
“Non ti preoccupare. Alla fine le cose si sistemano.”
Per poi girarsi e scomparire dietro le quinte.
Ancora oggi una cosa così probabilmente insignificante mi torna automaticamente alla mente nei momenti di indecisione e cruccio. Non so dire se mi è di aiuto o meno; come minimo, tuttavia, mi allevia un po’ la tensione.