Una delle grandi piaghe dell’umanità dei tempi moderni è l'”usa e getta”. Il concetto consumistico per antonomasia, la distruzione naturale e lo spreco per eccellenza, l’impianto mentale scorretto ormai incastrato nelle menti di tutti. Quasi accettabile solo con il concetto di riciclaggio completamente assorbito dalla società (e ora come ora il riciclaggio non lo fanno nemmeno gli addetti al riciclaggio, vabé).
Qual’è la cosa che più mi spaventa dell’usa e getta? Non sono i rifiuti in se che si creano.
È il modo con cui ormai ci viene propinato.
Quando io vado a tavola c’è “la bottiglia d’acqua”. Sempre la stessa bottiglia d’acqua Panna, sempre lì, al centro, pronta per essere svuotata.
No, non è sempre la stessa. Ok, la plastica viene riciclata in gran parte, ma… NON è sempre la stessa bottiglia. In casa nostra si beve tanto ma io sono passato a bere praticamente sempre dal rubinetto (tranne ai pasti) proprio perché spesso non posso guardare la “bottiglia d’acqua” senza pensare che non è mai la stessa, che in realtà continuiamo a gettarne via ogni giorno… E che tutto ciò è fondamentalmente sbagliato.
Ma non è che posso evitare di usare la carta igienica, per quanto io ne faccia un uso moderato non posso farne a meno. Il rotolo accanto al water non è sempre lo stesso, porca vacca. È carta, e ne buttiamo via un sacco… nel cesso .___.
Forse potrei fare a meno del dentifricio e del suo tubetto che manco viene riciclato.
Non bevo più da una lattina da un millennio, e le bottigliette le riciclo mille volte prima di buttarle via.
Ma mi rendo conto che uscire fuori dalla mentalità dell’usa e getta è veramente… Impossibile.
E non avrei nemmeno mezza idea per una soluzione al problema.
O mi rendono il “getta” completamente naturale e sicuro, o io non riesco a non pensare che razza di idea di merda è questa mentalità. Questo modo di “produrre”.
Bah.
Condivido pienamente, anche se il problema che sento più vicino non è tanto quello del “dove si getta” ma quello del “da dove proviene e quanti sprechi ci sono stati per portarlo fin qui”, detto anche sostenibilità, di cui il classico esempio sono le arance brasiliane, che mi costano nelo di quelle italiane per motivazioni economiche, ma che all’ambiente costano centinaia di volte tanto in (inutili) risorse di trasporto.
…è la soluzione più capitalista, è per questo che non trovi una soluzione al problema.
il problema è che il problema è creato (e si chiama libero mercato, senza bilanciamento regolamentato dei mercati internazionali e rispetto della manodopera)
per risolverlo bisognerebbe destrutturarlo. Certo si possono anche trovare minisoluzioni come fare delle navi cargo a energia solare, invece che a petrolio, ma sarebbe comunque contro un mercato della massima rendita.
il problema è che il mercato della massima rendita è la base stessa della politica internazionale odierna. Ed è in mano a pochi che fanno di tutto per stringere ancora di più il laccio.
Purtroppo stai iniziando ad avere anche tu dei rigurgiti ambientalisti e filocomunisti… capita.. forse riuscirai a riprenderti: molti ci riescono affogando i pensieri nell’alcool, a volte funziona.