Nello spulciare la Wikipedia nel mio scrivere una tesina di prova per la maturità, immancabilmente sono caduto nella trappola di quel sito: ho cominciato a seguire link su link per andare a finire a leggere di cose se non slegate MOLTO distanti dall’argomento di partenza.
Ed è così che sono finito su una pagina, la pagina del Techonogical Singularity. Fate uno sforzo mentale e immaginatemi più o meno alle 2 di notte a leggere con la bocca spalancata questa pagina.
Ieri, in piena notte, ancora una volta mi rendo conto di quanto io nel mio piccolo sia assolutamente insignificante davanti alla massa imponente di persone che sta “là fuori”.
Perché?
Perché mentre leggevo tutte quelle cose mi tornavano alla mente tutti i discorsi che ho fatto con alcuni miei amici su queste cose, mi sono ricordato di quando ero io ad ipotizzare le STESSE IDENTICHE COSE che mi sono trovato scritte lì, davanti ai miei occhi, formulate da altre persone dieci, venti, anche trent’anni fa.
Identiche, senza che io abbia MAI avuto il benché minimo input in questo senso: nessuno mi aveva mai raccontato di queste ipotesi. Stessi scenari, stesse conclusioni, stesse tempistiche, stesso tutto. Tutto.
Non so se possiate immaginarvi quanto ci sia rimasto di merdissima…
Ho incontrato questo concetto un paio di anni fa, grazie ad una fallacia del web semantico. Pare che sia un concetto molto comune nella fantascienza. In particolare, c’è questo setting che ne fa largo utilizzo: http://www.orionsarm.com/ .
Non che io me ne intenda molto, era proprio il sito su cui ero capitato per caso.
Ah sì, ci conosciamo, se ripasso di qui quando ho un po’ di tempo e verifico che non ci sia possiiblità di incontri pericolosi, magari mi paleso.